I cani vanno trattati con simpatia e umanità. E soprattutto non vanno presi
a calci. Lo dice il buon senso, lo sostiene anche una sentenza della terza
sezione penale della Cassazione.Gli amici a quattro zampe sono sensibili ai
comportamenti non ispirati a questi sentimenti e la legge punisce anche chi
maltratta gli amici a quattro zampe senza procurargli lesioni. Lo sottolinea
la terza sezione penale della Cassazione. Con la sentenza 46291, infatti, i
supremi giudici hanno confermato la condanna a pagare 5 mila euro di ammenda
inflitta dal tribunale di Lipari, nel luglio del 2002, a Giuseppe L. S., per
«aver incrudelito contro un cane con calci».

L’imputato, un uomo di cinquantun anni nato a Lipari, aveva preso a calci il
cane di una signora della quale voleva attirare, in modo a dir poco inedito,
l’attenzione. Osserva in proposito la Suprema Corte che affinchè si
configuri il reato di maltrattamento di animali «non è richiesta la lesione
fisica all’animale, essendo sufficiente una sofferenza, poichè la norma mira
a tutelare gli animali quali esseri viventi capaci di percepire con dolore
comportamenti non ispirati a simpatia, compassione ed umanità».

Da Il Messaggero, 4 dicembre 2003

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