Page 5 - Amici ci Paco n.62 | 2016
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Paco. Solo che... Paco non fu mai una grande compagnia per Diablo... Paco era troppo impegnato a essere il “nostro” Paco. Anche se la sua presenza fu già di per sé suf ciente a far uscire Diablo dal torpore e dall’obnubilamento in cui era caduto.
per potersi dedicare al secondo avrei da ridire... ma non è il mio campo quindi... mi taccio), il già programmato disimpegno della famiglia nei suoi riguardi e, ciliegina sulla torta, l’arrivo di un nuovo cane, con il quale dovrà stabilire da zero un modus vi- vendi, delle intese, delle gerarchie. Anche perché Marina stessa afferma che Axel è rimasto un cucciolotto e senza Argo “non sa come cavarsela”. L’introduzione di un nuovo cane prevede un coinvolgimento di tutta la famiglia, ma Maria ha già previsto di non aver tempo da dedicare ai cani, i quali verrebbero lasciati soli a sbrigarsela tra di loro.
Così, ogni volta, alla sofferenza per la scomparsa di uno dei pro- pri amati cani, si aggiunge la sofferenza di veder soffrire il cane rimasto. Motivo per cui mi sono sempre affrettata (sì, davvero, a volte lasciando passare solo pochi giorni) a dare un nuovo com- pagno al cane che soffre. Cosa che può stupire chi mi sa tanto affezionata ai miei cani e vede nella decisione di avere un nuovo cane un mio non voler “metabolizzare” o “elaborare” il lutto, e un mio precipitarmi a “rimpiazzare” il cane scomparso.
A questo punto mi preoccupo anche per il futuro cane: non con- siglio mai di prendere un cucciolo se non si ha tempo di se- guirlo nella fase fondamentale della sua crescita psico sica. Non è così facile.
In realtà non credo che un lutto si “elabori” o “metabolizzi” la- sciando passare da qualche mese a qualche anno come qualcuno penserebbe. Il dolore per la scomparsa di un cane tanto ama- to ti resta dentro, fa le radici nel tuo cuore, e ti accompagna per tutta la vita, stemperandosi, per fortuna, con i ricordi belli e gioiosi dei momenti passati insieme. Non c’è nessun tempo guaritore, e sinceramente mi meraviglierei che, passato quell’anno o anche due che qualcuno “prescrive”, il dolore pas- sasse. In realtà quel dolore è sempre lì, dentro di te, ed è inutile cercare di scacciarlo. Fa parte di te, così come ne fa parte la fe- licità di veder arrivare un altro cane, aiutarlo a crescerti accanto e poco poco (non subito, di solito) veder ri orire l’altro cane che sembrava una candelina in procinto di spegnersi.
Io stessa (anche se la situazione era molto meno complicata) dopo la scomparsa di Joy, così devastante per noi ma anche per Tommi, che sin dall’inizio si era felicemente in lato sotto l’a- la protettrice del fratellone grande, ho commesso un errore di valutazione. Sapendo quanto Tommi amasse giocare con Joy e vedendolo soffrire per la sua scomparsa, ho pensato che un altro Leonberger potesse consolarlo. E invece il nostro Tommino ci ha spiazzati, perché ci ha messo ben sei mesi per accettare quell’im- piastro peloso che lo rincorreva ovunque e non la smetteva di chiedere le sue attenzioni. Ci ha messo il tempo che Leo ci ha messo per diventare più grande di lui: lui era abituato sin dall’i- nizio a un cagnone enorme, grande tre volte lui, e di quel botolo rotondetto non voleva saperne. Ha incominciato ad accettarlo quando Leo è diventato abbastanza grande da... farlo sentire pro- tetto con la sua mole? Non lo so. Fatto sta che quando Leo ha assunto le sembianze di un Leonberger adulto, Tommi ha inizia- to a giocare con lui, ricreando il duo comico “Stanlio & Ollio”, che ogni giorno ci fa divertire con le sue gag. Ma ci è voluto del tempo, e tanto impegno da parte mia, e la mia presenza costante per monitorare la situazione e controllare che non degenerasse. E confesso che sono stata più volte per gettare la spugna.
Proprio in questo periodo ho messo mano alle nuove edizioni di Paco, diario di un cane felice e Boris, professione angelo custode e rileggendo il racconto degli episodi vissuti con loro mi sono spesso ritrovata con le lacrime agli occhi. Eppure dalla scomparsa di Boris sono passati 11 anni e da quella di Paco quasi 10. Ma, come ho scoperto, il dolore è sempre lì, magari sopito, nascosto in un angolo, pronto a graf arti il cuore e a riempirti gli occhi di lacrime. E però non vorrei mai cancellarlo, non potrei farne a meno, perché soffrire per aver tanto amato ed essere stati tanto amati è lo scotto da pagare. Non ci sono sconti, né, a mio avviso, dobbiamo cercarli. Dobbiamo solo accettare di dover pa- gare un prezzo per la gioia che tutto quell’amore ci ha dato. Un prezzo tutto sommato giusto, che non è mai troppo caro, ma è solo quanto dovuto.
LE SOLUZIONI
I CONSIGLI
Forte della mia esperienza, e conscia dello scompenso che l’ar- rivo di un nuovo cane può portare in famiglia, mi sento di scon- sigliare a Marina di prendere un cucciolo. Per ora, naturalmente, viste le premesse che lei stessa mi ha evidenziato.
Detto questo, i consigli che mi sento di dare a Marina sono lon- tani da quelli che lei probabilmente si aspetta.
La questione che mi pone è, alla  ne, se adottare una femmina o un maschio per “fare compagnia ad Axel”. In realtà la questione non è così riduttiva, non può limitarsi al sesso del prossimo cane, ma è, piuttosto: “È giusto prendere un altro cane?”
Il mio consiglio è di procrastinare, di lasciare il tempo ad Axel di uscire dal suo dolore per evitare che, al contrario di quanto si spera, ci si rifugi sempre i più. Non è detto che Axel accettereb- be facilmente e comunque subito l’arrivo di un cucciolo, il cui inserimento richiederebbe quel tempo e quella pazienza che, a quanto afferma Marina, l’arrivo del nuovo bimbo non concede- rebbe a lei e al marito.
Guardate, non mi sto contraddicendo. Mi spiego: prendere un altro cane potrebbe essere una soluzione, ma è il momento che non mi sembra così propizio.
Ridurre l’arrivo di un cane al concetto di “fare compagnia” all’altro cane non è del tutto giusto. Certo, la componente “fare compagnia” è molto importante, ma la decisione di af ancare un altro cane a quello che si ha già deve avere anche altre motiva- zioni e, soprattutto, deve tenere conto del momento, del contesto e, soprattutto, del carattere del cane rimasto solo.
Dello stesso parere è Demis Benedetti, educatore cino lo e fon- datore di New Thought, oltre che coautore del mio libro L’esper- ta dei cani: «Ora Axel sta affrontando una situazione di stress e vive fuori da quella che de niamo confort zone, quella situazio- ne, cioè, in cui si sente bene, sicuro, protetto dalle abitudini. Ma ogni tanto un cane deve accettare di uscire dalla sua personale confort zone, per imparare ad affrontare anche situazioni inso- lite, che comportano una forma di stress. Imparare a gestire il dolore potrà servirgli in futuro, quando arriverà un nuovo cane (il consiglio è di prendere un cucciolo, ma solo quando la “bufe- ra” di tutti questi cambiamenti si sarà placata), e allora lui saprà gestire la situazione da cane “adulto”, evitando stress e situazioni con ittuali. L’arrivo del nuovo cucciolo sarà rimandato a quando Marina e il marito avranno tempo per seguirne la crescita.» Volete sapere com’è andata a  nire? Marina ha deciso di aspet- tare a prendere un cucciolo e, soprattutto, si è impegnata a non trascurare Axel né ora né quando arriverà il nuovo bimbo. Degli sviluppi parleremo in una prossima puntata.
A rendermi titubante sulla questione sono queste frasi di Marina: “Tra un mese nascerà il nostro secondo bimbo e avremo poco tempo per Axel. Un cucciolo gli farà compagnia mentre noi sia- mo impegnati col bimbo”.
Non vorrei che il nuovo cane diventasse l’alibi per smettere di occuparsi di Axel, il quale si vedrebbe trascurato dalla sua fa- miglia e, in più, con un nuovo rapporto da gestire con un suo simile, cioè un mondo nuovo da scoprire, accettare, a cui doversi adattare. E non è detto che, dopo cinque anni felici, fatti di abitu- dini consolidate, di gerarchie stabilizzate, di armonia (raggiunta, però, come la stessa Marina ammette, col tempo) Axel sia in grado d affrontare in un breve lasso di tempo tanti importanti cambiamenti: la scomparsa di Argo, l’arrivo di un nuovo bimbo, la lontananza (anche se temporanea... ma lui che cosa ne sa?) del suo amato Luca (anche sull’allontanamento del primogenito
Diana Lanciotti
Per informazioni sul centro di educazione cinofila New Thought e per contattare Demis Benedetti: www.newtgh.it, tel. 338 9772523, info@newtgh.it
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