Page 18 - Amici ci Paco n.62 | 2016
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La posta di Diana
dal sito www.dianalanciotti.it
Potete scrivere alla fondatrice del Fondo Amici di Paco inviando le vostre lettere via mail a: diana@dianalanciotti.it o diana@amicidipa- co.it o per posta a: Diana Lanciotti c/o Fondo Amici di Paco - 25080 Padenghe s/G (BS). Le lettere verranno pubblicate sul sito di Diana e quando possibile su questa rivista. Per motivi di spazio le lettere potrebbero subire dei tagli, che però non ne pregiudicano il contenuto.
IL TAGLIO DELLE ORECCHIE
sua segnalazione ho fatto un giro tra i siti e le pagine facebook di alcuni alleva- tori e ho notato, soprattutto nel logo ma anche in certe foto, diverse immagini di cani con le orecchie amputate. Tra l’altro trovo che molti cani, con le orecchie in- tegre, abbiano migliorato il loro aspetto. I Dogo Argentino, ad esempio, ma anche i Dobermann, i Boxer, i Rottweiler, tutti cani condannati in nome di una malintesa estetica a ostentare un’aria truce che per fortuna in rari casi concide con la reale indole. E se e quando coincide è colpa dell’uomo che ci ha malauguratamente messo lo zampino per esasperare l’ag- gressività dei soggetti e rispondere alle richieste di una clientela che, anziché ac- contentata e incoraggiata, andrebbe presa a calci nel didietro e spedita al Polo Nord a rinfrescarsi le idee.
«Io voglio un cane grande, bello, che fa paura e che lo metto in giardino e tutti i vicini me lo invidiano», le disse una volta un potenziale cliente.
Gentilissima Diana, sono un veterinario che da più di quarant’anni svolge la pro- fessione solo con animali d’ affezione e ricevo regolarmente la vostra rivista che come vede leggo attentamente. Non pos- so non fare a meno di fare delle conside- razioni su quanto è stato scritto sul Dogo Argentino e le razze pericolose.
Mi sembra che spesso un certo tipo di al- levatori contraddicano se stessi se dico- no che non vogliono “dare un’impressio- ne di aggressività della razza” e vogliono destinare i loro cani a persone che non li amino per il loro aspetto aggressivo, e poi tagliano loro le orecchie. Tutti i cani che compaiono nelle foto degli album dei siti di questi allevamenti hanno le orec- chie tagliate (alcuni sono molto giovani quindi abbondantemente entro la data del divieto di taglio ), il logo stesso di al- cuni allevamenti presenta un’immagine con le orecchie tagliate, anche quelli che vengono presentati in posizione di foto con le orecchie lunghe spesso vengono tirate su ad arte per dare un aspetto più aggressivo e non mi vengano a dire che hanno tutti avuto delle lesioni alle orec- chie per cui è stato necessario il taglio. Lo sanno tutti come e da dove vengono i certi cati; ma ammettiamo che sia vero, non è che si fa una bella  gura con tut- te queste “lesioni” per quanto riguarda l’aggressività dei soggetti!
Mi diceva avvilito qualche tempo fa un mio caro amico famoso giudice di Espo- sizioni che era indignato ma a rigore di regolamento non poteva fare nulla, per- ché nel giudicare i dogo argentini si sono presentati 8 soggetti giovani, di vari alle- vamenti, tutti con il loro certi catino!!! Quindi non mi vengano a raccontare che tagliando le orecchie non vogliono far apprezzare il loro aspetto più aggressivo ed il target più “macho” degli acquiren- ti! Cari saluti
«Si prenda una statua», gli rispose Lucia. «Le costa meno.»
«Da me starà bene», le disse un altro. «Gli lascio una catena lunga dieci metri, così può muoversi quanto vuole. L’importante è che mi faccia la guardia. La fa, vero?» «No, guardi, per quell’uso le conviene prendersi un leone. O una guardia giura- ta», fu la risposta di Lucia.
Massimo Buzzanca
Sempre nel libro di Boris, ho ricordato le telefonate con Lucia, l’allevatrice, e le risate miste ad arrabbiature quando mi raccontava le richieste di chi la chiamava per comprare un cane e, sentendole dire che il Leonberger non è un cane cattivo, sbatteva giù il telefono brontolando.
La ringrazio perciò per avermi segnalato queste situazioni che spero si estinguano, grazie all’attenzione che persone come lei mantengono viva. Anzi, lo sa? Mi ha dato l’idea per una campagna di sensibilizza- zione. Mi ci faccia ri ettere.
Gentile dottor Buzzanca, la ringrazio per averci fatto notare la discrepanza tra l’immagine che alcuni allevatori vorre- bero (e dovrebbero) dare dei loro cani e quella che effettivamente, magari senza essere in malafede, danno. Grazie alla
Facciamo sì che avere un cane con le orecchie amputate diventi riprovevole e “fuori moda” per tutti. Anche per coloro che faranno fatica a capirlo. Cordialmente
“Ma ce li chiedono”, dice qualcuno, e piuttosto che perdere il cliente lo accon- tenta. Ennò, se quel cliente lo perdete, fate solo un grande regalo a voi e alla cino lia, oltre che alla sicurezza dei cit- tadini, perché l’abbinata padrone-macho e cane-truce è quanto di peggio ci possa essere in circolazione.
Come ho scritto recentemente nel mio li- bro L’esperta dei cani: “Chi alleva cani di razza ha una grande responsabilità, che è quella di salvaguardare l’integrità della razza stessa e di mantenerne intatte le ca- ratteristiche psico siche. Agli allevatori, a certi allevatori, imputo la colpa di non essere capaci di coalizzarsi per far cam- biare standard che sono assurdamente crudeli o di prestarsi comunque a un gio- co al massacro condotto per esasperare in modo atroce e a volte caricaturale certe caratteristiche delle razze. Ad alcuni im- puto anche la colpa di non essere chiari con i compratori e, pur di vendere, di non informarli esaurientemente circa le carat- teristiche di una determinata razza e arri- vare, se è il caso, a sconsigliarne l’acqui- sto a chi non si rivela adatto a convivere con un certo tipo di cane.”
Nel libro Boris, professione angelo cu- stode, ricordo che quando scelsi Boris, lo scelsi proprio perché, pur essendo un cane di taglia gigante, il Leonberger ha un carattere equilibrato, tutt’altro che aggressivo. E quando Boris crebbe e mi fermavano per strada chiedendomi spe- ranzosi se oltre che bello fosse “cattivo” (qualcuno arrivava a chiedermi addirit- tura se fosse “feroce”), rispondevo: “No, è buonisimo e soprattutto molto equili- brato.” E vedendoli andar via delusi dal fatto che a tanta mole non corrispondesse altrettanta aggressività (mi sembrava di leggere sulle loro teste il fumetto “Ma a che cosa serve un cane grande se non è cattivo?”) pregavo dentro di me che per- sone del genere non decidessero mai di prendere un cane.
A quelli che mi ha segnalato lei, imputo la colpa di non essere chiari o coerenti con ciò che affermano e ciò che invece mostrano o fanno.
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Un allevatore serio si comporta come Lu- cia. Non c’è scusa che tenga: se si vuo- le salvaguardare la salute psico sica dei cani, non si può cedere alle richieste del mercato (o in certi casi addirittura condi- zionarle o favorirle).
Diana


































































































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