Diana Lanciotti, fondatrice del Fondo amici di Paco, esprime il suo punto di vista sulla nuova aggressione da parte di cani, che oggi ha provocato una vittima: una bimba di 8 mesi.Riporto la notizia, così come diffusa dall’ANSA
RIVARA (TORINO) – Una bimba di 8 mesi è morta in seguito all’aggressione di due rottweiler a Rivara, in provincia di Torino. La bimba si trovava nella casa dei genitori, che si trova a Rivara in via Massa 4, ed era accudita dalla nonna Caterina Bertino, di 68 anni, rimasta a sua volta ferita. La famiglia vive in una casetta con giardino ed ha due cani da guardia, di razza rottweiler. Si tratta di due esemplari maschi di 8 e 9 anni che vengono lasciati liberi di girare. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, stamani, vista la bella giornata di sole, la nonna, ha portato fuori nel giardino la nipotina, mettendola sul prato. Le circostanze dell’aggressione non sono ancora chiare, così come non si sa se la nonna abbia lasciato la piccola per qualche istante incustodita. Ad un tratto i cani sono saltati addosso alla bimba, azzannandola in più parti del corpo. La nonna è intervenuta, tentando di sottrarre la nipotina alla furia delle bestie, ma è rimasta ferita dei morsi dei rottweiler ad un braccio. Entrambe sono state poi soccorse da alcuni vicini. La bimba è stata portata con un’ elicottero del 118 all’ ospedale di Cuorgné dove pero’ ha trovato la morte.
Al momento dell’ aggressione da parte dei due rottweiler il padre della piccola Alessia, Genesio, che fa l’ operaio, e la madre Elena Adriana Bettas, che fa l’ assicuratrice, erano al lavoro. La nonna, Caterina Bertino, e’ stata portata al Pronto Soccorso dell’ ospedale Cto di Torino dove i medici la devono sottoporre ad un intervento chirurgico di sutura di una profonda ferita al braccio destro provocata dai morsi dei due cani. Non e’ pero’ in pericolo di vita. E’ molto agitata e disperata per quanto accaduto alla nipote. (ANSA)
So che ora mi attirerò le ire degli animalisti a oltranza, quelli per i quali i cani e gli animali in genere hanno solo diritti e basta. Però stavolta la misura è colma.
Mi dispiace tremendamente per il dolore di quei poveri genitori, però credo che a volte qualcuno le disgrazie se le vada a cercare. Chi conosce i cani sa che non sono tutti uguali, così come gli umani. Non nascondiamoci dietro un dito: certe razze sono più… non diciamo aggressive, sennò qualcuno si offende… allora diciamo “territoriali”?
Ci sono razze con un temperamento molto forte (i Rottweiler sono tra questi), che hanno bisogno di polso, mano ferma, profonda conoscenza delle loro caratteristiche caratteriali (scusate il bisticcio di parole). Se un cane così non lo si sa gestire, allora meglio fare senza.
Certo, una bella coppia di Rottweiler che pattuglia il giardino ti fa sentire protetto, per carità… a volte ti fa anche sentire più “figo”.
Immagino già il vespaio che solleveranno queste mie parole. So che la stragrande maggioranza dei “proprietari” (uso un termine che odio, ma stavolta faccio un’eccezione) di cani delle cosiddette razze pericolose è convinta di avere in casa degli agnellini. E spesso è proprio così.
Se tirati su cercando di non stimolare la loro aggressività, anche questi cani sono, come tutti i cani, ottimi compagni di vita. Ma a volte capita che, o per ignoranza (nel senso che si ignora come va gestito un cane), o per leggerezza o per il gusto di fare del proprio cane una micidiale arma di difesa, i cani di determinate razze si prestano più delle altri a combinare guai. Anche seri.
E non a caso agli “onori” della cronaca balzano sempre i Rottweiler, i Pittbull e i meticci derivati da incroci di queste razze.
No, non sto dicendo che voglio che si mettano al bando queste razze, come qualcuno anni fa aveva auspicato. Allora io per prima mi ero ribellata all’idea. Su “Amici di Paco” avevo anzi riportato un brano tratto dal mio libro “Paco, diario di un cane felice”, intitolato “DIVENTEREMMO FEROCI ANCHE NOI.” In questo brano dicevo, anzi, facevo dire al mio Paco:
“Proviamo a metterci nei loro panni, anzi, nel loro pelo, in quello di questi poveri Pit- bull, additati ormai come mostri assetati di sangue. Proviamo, fin da piccoli, ad essere privati di coccole e carezze. Proviamo a vivere tutto il giorno in gabbie buie e anguste. Proviamo a essere rinchiusi in un sacco e presi a bastonate. Proviamo a ricevere scariche elettriche là dove fa più male. Proviamo a essere drogati con sostanze che scatenano l’aggressività. Proviamo a restare a digiuno per giorni interi. Proviamo, così affamati, a doverci sfamare catturando prede vive e sanguinanti (conigli, galline, gatti…).
Proviamo, dopo tutto questo e ancora di più, a essere liberati in uno spiazzo e a trovarci davanti un altro disperato come noi, armato fino ai denti, che sa, come noi, di poter sopravvivere solo eliminando chi gli sta di fronte: il nemico. E provate a non ammazzarlo: se non vi ammazza lui, vi ammazzerà di botte il vostro padrone. E provate ad ammazzarlo: riceverete complimenti, pacche sulle spalle, premi speciali. Avrete, finalmente, la riconoscenza del vostro padrone. E sarete felici, perché è solo quella che conta per voi, a questo mondo. Questo mondo che non vi offre altro che due possibilità: uccidere o essere uccisi. Dite, non diventereste feroci anche voi?”
Tutto vero, e lo sottoscrivo ancora. Ma il problema è che se certe persone si prendono un cane di un certo temperamento e poi non si prendono la briga di farlo socializzare, di insegnargli le regole del vivere civile, se lo “usano” solo come guardiano da tenere in giardino, senza nessuna interazione con gli esseri umani, poi succedono i guai.
E poi vorrei sapere come si fa a lasciare una bambina di pochi mesi in balia di due Rottweiler adulti, ma anche di qualsiasi altro cane. Lo sanno tutti che il rapporto tra bambini e cani è di solito meraviglioso e formativo. Ma va sempre tenuto d’occhio da una persona responsabile, che sappia gestire la situazione ed eviti situazioni di incomprensione come quella che, di certo, si è verificata a Rivara.
Perché di solito si tratta proprio di questo: incomprensione tra il nostro linguaggio e quello dei cani, incomprensione che può far scattare reazioni abnormi e per noi inspiegabili. E allora, se non siamo sicuri di conoscere fino in fondo i nostri cani, dobbiamo avere delle accortezze e metterli in grado di esprimere solo le loro potenzialità positive e non metterli mai in condizioni di doversi comportare in modo aggressivo solo perché noi non abbiamo saputo educare, prevenire, rispettare. Rispettare la loro natura, che è diversa dalla nostra, e che a volte può esprimersi in modi per noi inconcepibili.
Ricordiamoci che se i nostri cani non sono bravi cani, la colpa è nostra.
Detto questo, voglio esprimere tutto il mio dolore per la fine assurda di quella povera bambina e auspicare che da domani non si legga su tutti i giornali che i cani sono pericolosi. E di non vedere, quando vado in giro con i miei cani, che tengo sempre al guinzaglio (un dolcissimo ma gigantesco Leonberger e un Segugino di cinque mesi che da grande sarà di una certa mole), gente che scappa e allontana i figli perché oggi a Rivara due cani hanno ucciso una bambima.
I cani non sono degli assassini. Sono gli umani, a volte, che sono dei deficienti.
DIANA LANCIOTTI