In questi giorni pare che i cani d’Italia abbiano scelto come sport di
azzannare gli umani all’impazzata.
Sinceramente non capisco che cosa stia succedendo. Le ipotesi sono tante.
Una è che, mentre una volta c’era il detto giornalistico, che se un cane
azzanna un uomo non fa notizia, mentre la fa l’uomo che azzanna il cane,
adesso i giornalisti siano riusciti a trovare la chiave per dare il massimo
risalto alle morsicature dei cani agli umani.
Altra ipotesi: l’allevamento indiscriminato di cani presentati come
“aggressivi”, intorno ai quali in questi anni si è creata l’immagine del
cane-mostro, che fa inorridire il normale cittadino, ma fa fremere di gioia
il cittadino bacato, delinquente, potenzialmente criminale, ha portato alla
diffusione esasperata delle razze considerate “aggressive”. Se andate a una
mostra canina, vedrete che le razze più diffuse sono proprio i Rottweiller,
i Dogo Argentino, i Dobermann. Non i Pit Bull, per il semplice motivo che
non sono una razza riconosciuta e ammessa, sennò potremmo star certi che
sarebbero ai primi posti, quantitativamente parlando. Quale maggior sfoggio
di “machismo”, infatti, che poter mostrare ai propri comandi un cane che, se
“ben addestrato”, può diventare una macchina da guerra? Quale miglior modo
per imporre la propria (labile) personalità che essere affiancati da un cane
che, pur di compiacere il proprio padrone, o per paura o per abitudine, è
pronto a scattare e colpire?
Altra ipotesi ancora: in Italia non esiste la cultura canina, né da parte di
chi detiene un cane, né da parte di chi il cane non l’ha ma può capitare in
contatto con un cane. E quindi c’è il rischio che, oltre a esserci quelli
che non sanno gestire il proprio cane, ci sono quelli che non sanno come
comportarsi al cospetto di un cane e, magari inconsapevolmente, ne stimolano
gli istinti aggressivi.
Mi spiego. Io ho due cani, che reputo i più pacifici del mondo: Paco, che
tutti conoscete, e Boris, un Leonberger tuttomiele di 80 chili. Entrambi non
farebbero male a una mosca… Purché la mosca non si azzardi a far loro (o a
me!) qualche dispetto proprio intollerabile. Lo conoscete tutti, lo vedete
il faccino tenero di Paco? E che cosa ne direste se vi dicessi che alcuni
anni fa, in Corsica, un bambino cretino gli è volutamente piombato addosso
con la bicicletta, urlando come un’aquila sgozzata e assestandogli un
calcio, e che Paco gli ha preso tra i denti il polpaccio? Se aveste visto
quel tornado sotto forma di bambino che si abbatteva sul mio cane be’,
avreste detto che Paco è stato anche troppo bravo a limitarsi a stringergli
appena la ciccia del polpaccio, senza fargli nemmeno un buchino. Anche
perché, se non ci pensava lui, ci pensavo io ad addentarlo, quello
sciocchino…
Oppure Boris, che tollera tutto, ma proprio tutto, meno le persone che per
una strada deserta compaiono dal nulla e camminano con fare guardingo (e per
lui minaccioso) alle mie spalle. Lui è il mio guardiano, e come tale si gira
e indossa la sua espressione meno benevola, per mettere in guardia il tipo
in questione. Una volta è successo che una persona, sbucata all’improvviso
da buio tenendo un bastone in mano, si sia avvicinata a dieci centimetri di
distanza, e poi abbia avuto da ridire se Boris ha avuto uno scatto e ha
fatto l’atto (ma solo l’atto) di scagliarsi per impedirle di avvicinarsi. In
quel caso mi è bastato una tirata di guinzaglio e un “no” per farlo fermare,
ma sarebbe bastato che quella persona avesse ben chiaro che a un cane
sconosciuto, per quanto pacifico sia, non ci si avvicina mai in quel modo,
con aria minacciosa, eccetera eccetera. Soprattutto se il cane in questione
è con il proprio umano e vuole difenderlo.
Ma, qualcuno dirà, adesso stiamo parlando di cani che “immotivatamente”
aggrediscono persone, non dei bonaccioni come Paco e Boris.
Non è detto che siamo così fuori, invece, dal seminato. Non vorrei infatti
che, con la psicosi che ora si rischia di creare con uno stillicidio
quotidiano di notizie di nuove morsicature, si finisca per additare come
pericolosi o potenzialmente tali tutti i cani, solo perché sono dotati di
canini allungati e robusti e, volendo, hanno la possibilità di usarli. Ma è
proprio questo, il punto: insegnargli a non usarli!
Insomma, non vorrei mai che un giorno qualcuno si svegliasse, o si
risvegliasse, con l’idea di obbligare tutti I cani alla museruola, mentre
sappiamo che per gestire un cane il guinzaglio è più che sufficiente, oltre
a una buona educazione.
Bisogna come sempre usare un può di buon senso, e diffondere (come facciamo
noi da anni con il Fondo Amici di Paco) la cultura del rispetto per gli
altri, che significa anche accettare che esistano gli amanti dei cani, che
non saprebbero rinunciare ad avere al proprio fianco un fedele amico a 4
zampe, e che esistono anche coloro che i cani non li amano e, addirittura,
li detestano. E se già dalle scuole si istituzionalizzasse l’insegnamento
del rapporto uomo e cane e uomo e altre specie vivente, dimostrando quanto
bene possiamo ricevere dagli animali ma, allo stesso tempo, insegnando come
deve essere l’approccio più equilibrato con gli animali, forse un giorno non
saremo più qui a parlare di questi episodi sporadici che, per colpa di
persone scriteriate che allevano all’aggressività i propri cani, screditano
l’intera specie canina.
Insomma, da che mondo e mondo i cani mordono, ma per loro natura lo fanno
solo in casi eccezionali. Sta a noi umani far sì che i nostri cani non
diventino belve, educandoli con dolcezza e fermezza. E consentendo loro di
essere ammessi e accettati nella società umana.
Infine, vorrei anche sapere, al di là dello sgomento che questi episodi
suscitano, le vere storie di questi cani “morsicatori” e com’è successo che,
“all’improvviso”, si siano messi ad azzannare le persone. Perché i
giornalisti non approfondiscono, non ci dicono com’è successo, dove sta
l’errore, in modo da evitare di ripeterlo?
Sarebbe un buon servizio per tutti.
Diana Lanciotti