A qualche giono dal sequestro di Green Hill, riceviamo e pubblichiamo questo comunicato stampa del Coordinamento FermareGreenHill, che da anni si è battuto per la chiusura dell’allevamento di Beagle usati come cavie da laboratorio.Comunicato del coordinamento FermareGreenHill
Chi segue la nostra lotta fin dal primo corteo a Montichiari, nel 2010, si sarà stupito di vedere in questi giorni il nostro nome comparire per la campagna di affidi “Sos Green Hill” accanto a quello delle grandi associazioni e di gruppi che sono molto propensi a prestare le proprie azioni per il tornaconto elettorale di alcuni politici.
Dal primo giorno della campagna per fermare l’ampliamento del lager Green Hill abbiamo sempre ribadito come il movimento contro quel luogo di morte fosse partito dal basso, e non volesse farsi strumentalizzare da grandi associazioni e da personaggi politici, non per mero snobismo ma per una sostanziale e insanabile diversità di contenuti, di metodi di lotta e, in sostanza, per una visione profondamente diversa della questione animale all’interno della nostra società.
Per questo abbiamo sempre chiesto alle grandi associazioni di partecipare in modo del tutto personale e per questo abbiamo sempre
cercato di impedire a qualunque personaggio politico di farsi campagna elettorale sulla pelle dei cani prigionieri di Green Hill.
La loro voglia di uscire sarà finalmente appagata! Tutti liberi!
Ora ci troviamo però in un momento storico: i cani di Green Hill possono essere sottratti dal quel lager e strappati dalle mani dei vivisettori, e questa volta, assurdamente, il braccio armato dello Stato non sarà lì a tentare di impedircelo con la forza, ma sarà nostro involontario complice, sia chiaro: non per una ritrovata coscienza e per un impeto di vera giustizia ma semplicemente per ordini indiscutibili piovuti dall’alto.
Ovviamente la “giustizia” gestita ed emanata dalla nostra società non è abituata ad agire nell’interesse dei più indifesi e reietti (cioè gli animali) ed ha uno strano senso dell’umorismo: i cani sono stati affidati in custodia giudiziaria non a chi lotta contro quel luogo di morte da ormai quasi 3 anni, non ha chi ha dedicato a questa campagna ogni singolo giorno, ogni energia anche nei momenti in cui il golia Green Hill sembrava incrollabile, anche quando Green Hill lavorava nel silenzio e ben pochi sapevano che esistesse, ma alle ultime due associazioni (caso vuole siano anche le più grosse del settore, in Italia) che hanno fatto la denuncia che ha offerto lo spunto al Pubblico Ministero per la riapertura del fascicolo ordinando il sequestrodella struttura il cui epilogo sta vedendo il compimento proprio in questi giorni.
Chi ha ottenuto la gestione dei cani di Green Hill ha richiesto a molti altri gruppi e associazioni un aiuto per il compimento degli affidi in famiglia, un lavoro che va fatto al meglio possibile in un periodo di tempo spaventosamente breve.
È evidente che in una situazione del genere non possiamo far altro che agire per il bene esclusivo dei cani, per seguire da vicino l’insermento in famiglia degli individui ai quali avevamo promesso la salvezza, ai quali avevamo promesso che non avrebbero trovato la morte smembrati su un tavolo operatorio o intossicati all’interno di uno stabulario, gli individui dei quali i latrati ci sono rimasti impressi nell’anima e nel cuore fin dal primo corteo contro Green Hill.
La storica occupazione del tetto di Green Hill del 14 ottobre 2011
Per questo abbiamo deciso di venire a compromessi con la nostra volontà di non essere accomunabili con le grandi associazioni, per non far venir meno la nostra voce in un momento così importante, per far sì che il messaggio della liberazione animale non sia annacquato e svenduto, per continuare a ribadire che ciò che vogliamo è una società in cui non esistano gabbie e allevamenti non solo per i cani, ma per tutti gli individui sfruttati e uccisi per la logica suprematista umana, per rimarcare ancora una volta che Green Hill è stato distrutto dalla volontà delle persone e da un movimento nato dal basso che ha lottato instancabilmente per anni, traendo forza ed esperienza da campagne precedenti come AIP e Chiudere Morini.
Ciò che vogliamo ora, è una collaborazione il più proficua possibile per vedere quel lager svuotato nel minore tempo possibile e nel migliore modo possibile per gli animali, potendoci poi abbandonare a una felicità impagabile e a un pianto liberatorio al pensiero che, finalmente, almeno questo incubo sia finito.
Contro lo specismo – Per la liberazione animale!